Chi conosce e rispetta la natura inganna le malerbe con una semina fasulla.
A discapito del nome la "falsa" semina è qualcosa di assolutamente positivo per la nostra Risaia sul Tetto… e per tutte le risaie, ce lo racconta Massimo Biloni.
La semina è un evento normale per l’ambiente che sono abituato a frequentare a Vercelli, ma che a Milano può assumere un valore diverso, importante e bello. Da persona che lavora col seme, non posso che ritenere importante la semina. Sulla semina se ne possono dire tante:
- Chi semina, raccoglie
- Si semina una volta sola all’anno, occorre farlo bene. Tutto il resto è una conseguenza.
- Il buon seme non costa, paga ecc.
Per questo motivo, ho curato personalmente insieme a Giovanni Bodo, gli aspetti di preparazione della risaia. Abbiamo anche provveduto a fare la “falsa semina” che prevede:
- la preparazione dei campi
- l’allagamento delle risaiette
- la nascita dell’erba
- la “non semina del riso”
- l’eliminazione dell’acqua (“messa in asciutta”)
- l’eliminazione delle malerbe
La “falsa semina” è un modo per ingannare le malerbe. Queste crescono ma non competono col riso che non è ancora seminato. Una volta germinate, possono essere facilmente eliminate. Solo dopo si procede con la semina del riso. Ovviamente dal terreno nasceranno altre erbe durante l’anno ma almeno una prima parte di esse sarà stata controllata.
Della semina, della falsa semina e di altri aspetti della risaia, abbiamo preparato delle mini-schede informative, in modo da avvicinare i non addetti ai lavori a questi aspetti che coniugano natura, uomo e la sapiente capacità di comprendere la natura per poterla sfruttare a nostro favore.
L’uomo piccolo che riesce a comprendere un gigante grande e lo rende mansueto. Un rapporto fatto di stima e timore, ma soprattutto di conoscenza e rispetto.